Bando Ecosistemi Culturali

Procida è la più piccola delle isole del Golfo di Napoli ed anche quella meno battuta dal turismo di massa. Luogo di mare ma anche di terra che grazie alle sue ricchezze agricole tiene alti i livelli dell’accoglienza eno-gastronomica presentandosi come una destinazione di viaggio unica. Il monumentale Palazzo D’Avalos rappresenta uno dei complessi storico-architettonici di maggiore interesse dell’isola. Palazzo rinascimentale, dimora borbonica prima e bagno penale borbonico poi, carcere dopo l’unità d’Italia, dal 1988 chiuso alla fine di un periodo di dismissione durato quasi vent’anni, oggi Palazzo d’Avalos ha ripreso vita.

Negli ultimi anni, anche grazie alla grande risonanza mediatica e alla conseguente attenzione che il titolo di Capitale Italiana della Cultura ha generato intorno a Procida, Palazzo d’Avalos è stato uno dei protagonisti dei flussi dei turisti che sbarcavano sull’isola, curiosi di conoscere la storia di questo imponente quanto affascinante edificio. Oggi l’isola di Procida ha la possibilità di dare naturale consecuzione a questi processi, creando un percorso preciso e virtuoso che possa portare Palazzo d’Avalos ad una dimensione in cui la realizzazione di progetti ambiziosi e di alto impatto culturale e sociale diventi una pratica che abbandona la condizione di straordinarietà grazie ad una progettualità puntuale, partecipata e sistemica, capace di tracciare un percorso di costante crescita collettiva.

Il progetto intende portare avanti il percorso di Palazzo d’Avalos verso una dimensione di polo culturale multidisciplinare capace di far avvicinare la comunità locale, anche grazie ad azioni generative di “flussi di ritorno”, e di incrementare la sua attrattività, attraverso il miglioramento della sua fruizione turistico-culturale.

OBIETTIVI

  • creare un archivio partecipato di tutti i beni materiali del palazzo che ne garantisca la tutela e una più facile fruizione;
  • realizzazione di un documentario sugli spazi inagibili e non fruibili del Palazzo per garantire la conoscenza dei luoghi inesplorati;
  • formazione dei mediatori culturali per garantire un’offerta più variegata e attrattiva;
  • realizzazione di un allestimento ad hoc al piano terra che racconti in chiave artistica la storia recente del Palazzo;
  • creazione e realizzazione di piccole performance artistico-teatrali (monologhi, dialoghi) per allargare l’esperienza di visita del Palazzo.