PAF sta per Pratiche Artistiche di Facilitazione, è lo studio di metodi di partecipazione.
È l’immaginazione di un metodo d’intervento, di un gruppo d’artisti in un determinato contesto, in un precisato luogo.
Si divide in tre settori, ugualmente importanti in uno studio d’approccio:
Portare ciò che abitualmente si usa per esaudire i propri desideri. È come andare e scegliere quella musica, quella parola. Predarla da un’ipotetica libreria. Desiderare la possibilità dello studio. Tutto questo farlo creando matrimoni desiderati tra gli artisti locali e quelli internazionali
Nella prima fase si attiveranno processi d’incontro con la cittadinanza. L’esplorazione verso ciò che ci attira ossa – organi/muscoli – pelle. Cercare nell’altro racconti, espressioni, pareri. Nella seconda fase i valori aggiunti, raccolti durante le “investigazioni”, prenderanno voce, Anima, corpo, altro, fino alla restituzione al pubblico.
Dare la possibilità all’arte di esplorare una piccola comunità, respirare il suo ritmo, la sua quotidianità.
Dare la possibilità alla comunità di ritrovarsi, di sperimentare la nudità che l’altro ti regala.
Dare la possibilità al tempo di essere vissuto.
Dare la possibilità all’ artista di fare il suo lavoro e alla comunità di usufruirne.
Abbiamo partecipato: